La Miniera Che Uccide I Dongria Khond
Published by MAC on 2007-08-18La miniera che uccide i Dongria Khond
Marina Forti, il manifesto del 18 Agosto 2007 La miniera che uccide i Dongria Khond
La protesta di popolazione e ambientalisti contro la società mineraria
L'Orissa è uno stato dell'India affacciato sul golfo del Bengala, con un vasto entroterra rurale e montagnoso, grandi ricchezze minerarie e una popolazione impoverita (in gran parte adivasi, spesso chiamati «tribali»: i nativi, aborigeni, una minoranza consistente (90 milioni di persone) in India ma anche il gruppo sociale più negletto (con i fuoricasta). Vedanta Resources invece è una compagnia mineraria con sede a Londra, una delle prime 100 aziende quotate dal Ftse (l'indice del Financial Times e della Borsa londinese). Vedanta sta investendo molto in India, in Orissa e nei confinanti stati di Jharkhand e Chhattisgarh - cioè la regione che racchiude il 70% dei giacimenti di carbone dell'India, il 56% del ferro, il 60% della bauxite: è chiamata mineral belt, «fascia dei minerali». In Orissa Vedanta progetta una nuova raffineria di allumina (investimento da 2,1 miliardi di dollari) e intanto vuole espanderne una esistente (in cui investirà 700 milioni di dollari) nella zona di Lanjigarh; ha avuto una concessione dal governo statale già nel 2004. E' una zona remota, ma Vedanta progetta di estrarre bauxite (la materia prima da raffinare) dalle vicine colline di Niyamgiri.
La costruzione della raffineria ha suscitato le proteste delle comunità adivasi evacuate per fare posto agli impianti industriali. Vedanta afferma di aver offerto agli sfollati alloggi, scuole, posti di lavoro; gli attivisti sociali del luogo ribattono che qualche intervento «modello» non basta.
Opposizioni ancora più forti suscita la miniera. Il punto è che quelle colline, che il governo considera un territorio pieno di risorse e vuoto di popolazione, non sono affatto «vuote»: sono abitate da una popolazione nativa, i Dongria Kondh, una tra le meno integrate (le più «primitive», dicono le autorità locali). Per i Dongria Kondh su quelle colline c'è la sopravvivenza fisica e anche culturale.
Negli ultimi due anni questa popolazione si è mobilitata in frequenti proteste. Gruppi ambientalisti hanno sottolineato gli effetti negativi di una miniera, ecologici e sociali, e hanno avviato azioni legali (proprio in questi giorni la Corte suprema indiana dovrebbe pronunciarsi su un loro ricorso). Negli ultimi due anni inoltre la voce delle popolazioni locali di Lanjigarh è arrivata a Londra, all'annuale assemblea degli azionisti di Vedanta Resources: la cronaca dell'ultimo incontro è in questa pagina. Il caso di Vedanta non è unico. Il settore minerario è in espansione in India, richiama investimenti di grandi compagnie indiane e multinazionali (Vedanta, la sudcoreana Posco, Mittal Steel, Tata...). Con le miniere arrivano acciaierie, fonderie, altiforni. Ma tutto questo apre nuovi conflitti o ne rinfocola di vecchi, perché miniere e industrie divorano foreste e terre e costringono intere comunità a farsi da parte, con poco o nulla in cambio. Come a Lanjigarh.